IN SPAGNA NON ARRIVANO PIÙ LE LETTERE. LI STANNO ISOLANDO DALL’EUROPA, MA NESSUNO CE LO DICE Acción Social febrero 14, 2013 “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari. E fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei. E stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, ed io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare.” (Oscar Wilde) AFRICA? NO, SPAGNA. Dovete sapere che la Spagna ormai è in balia a una guerra civile, ma nessun giornale italiano ne parla. Vivo a Barcellona da molti anni e mia moglie è greca, quindi so perfettamente di cosa parlo. E vi prego di ascoltare la mia storia, perché quello che sta succedendo a me oggi potrebbe accadere domani a te, a tuo figlio, tuo fratello o tua madre… Accorgersi che la posta non funziona non è uno scherzo, perché non sai mai se stai aspettando lettere o no. Quindi è veramente molto complicato scoprire la CENSURA POSTALE. Io me ne sono accorto quasi per caso: grazie a un fortuito giro di telefonate ho scoperto, l’altro ieri, che un mio amico portogherse che vive in Italia (provincia di Milano) mi ha spedito una lettera, contenente informazioni importanti sulla Troika. Ma non è il contenuto della lettera che ci interessa, bensì il fatto che non sia mai arrivata a destinazione. Cioè a me (casualmente). Ma facciamo ordine: la lettera -dopo più una settimana- non è arrivata. Non ci vuole un genio per capire cosa stia succedendo. Basta avere un po’ di conoscenze di massoneria spicciola e fare 2 + 2 per capire che poco a poco la Germania (Merkel, BCE, Bilderberg & co.) sta isolando la penisola iberica dal resto d’Europa. Il primo passo -la storia ce lo insegna- è bloccare la Posta, come è successo nella Bolivia di Pinochet nel 1963. Ricordo come fosse ieri che i miei genitori emigrati in Bolivia, in fuga dal nazismo, spedivano la posta in Italia e non arrivava. Mai. Fate la prova, chiamate un amico che vive in Spagna e chiedetegli di inviarvi una cartolina della Sagrada Familia. E poi mi raccontate… Dopo aver scoperto che la mia Posta era stata censurata ho avuto modo di verificare personalmente con varie associazioni di postini in sciopero, che è tutto vero. La Spagna non riceve più la Posta dal resto d’Europa! Incredibile, no? Beh io dico che la vera incredibilità è che non ne parlino i telegiornali italiani: Tg1, Tg2, Tg3, Tg4, Tg5, TGMentana, etc (chissà perché non ne parlano… ve lo siete domandati?). Barcellona dicembre 2012 – piú di un milione di persona in piazza contro la BCE Quindi dopo aver verificato che la Spagna era isolata postalmente, ho chiamato alcuni amici portoghesi che vivono a Lisbona -fanno parte di un’importante associazione umanitaria locale- per sapere come fosse la situazione postale dalle loro parti, ma il telefono era spento. Ho richiamato qualche ora dopo e niente. Spento. Un caso? Io la chiamo una conferma, una prova di quello che sta accadendo e che presto finirà con dei morti, perché la gente è alla fame. Le manifestazioni nelle piazza spagnole (più di 2 milioni di persone il 29 febbraio dell’anno scorso a Barcellona) ormai sono all’ordine del giorno, con bandiere. Ma anche con carroarmati (come testimonia la foto di apertura dell’articolo, scattata da un amico fotografo egiziano). FILA ALLA CARITAS – VALENCIA La gente in fila alla CARITAS ormai intralcia il traffico, delle poche seat rimaste in circolazione dopo che i concessionari hanno smesso di vendere auto nel 2011 (cercate su Internet, c’è tutto). Ma i vigili urbani per fortuna, invece di mettere le multe ai poveri in fila alla Caritas, si sono tolti il casco e si sono uniti alle file in segno di solidarietà gridando: “Questa crisi non la pagamos!”. Ci sono le foto, le testimonianze, i videii. Se andate su Internet ce tutto. Ma i media mainstream italiani lo censurano, e sapete perché? Perché fra poco toccherà all’italia. Non mancano neanche casi di ragazzi spagnoli desaparessidi, tirati dalle carrozze della polizia in corsa (le automobili non ci sono dal 2011 in Spagna ma nessuno ce lo dice) e di cui nessuno poi sa nulla. Qui copio la testimonianza lettera per lettera di un ragazzo spagnolo desaparessido dopo avermela inviata per email (lo chiamo al telefono ed è spento. Un caso?): “En España es la guerra civil. Soy un ragazzo desaparessido, pero nadie habla de nosotros desaparessidos, porque en España está la censura, las televisiones no lo diconos porque hay una dictadura che no se permite hacer girar la noticia. Hay 22.000.000 de cassaintegrados en el país, los jovenes no pueden andar a las escuelas porque son cerrada: no hay dinero. Los pensionados han abierto las paredes para recuperar las armas de la Guerra Civil… se están preparando a luchar contra el ejercito tedescos y de la BCE. Yo y unos amigos comemos tortilla hecha de patatas y arena, para sobrebivir. Pero nessuno dice nada de anda. Hasta la vista baby” Ho visto con i miei occhi e sentito con le mie labbra decine e decine di testimonianze, e nel sud del paese nei Paesi Baschi le cose vanno anche peggio. Spero che mi aiutate a sconfiggere il muro di censura che ci sta isolando. FATE GIRARE. GRAZIE. Firma: un italiano che vive in Spagna (ma potrei essere tuo fratello, tuo figlio, tuo padre) Foto di apertura scattata da un amico fotografo: Carroarmato nella Puerta del Sol Compartir en Facebook Compartir Compartir en TwitterTweet Compartir en Pinterest Compartir Compartir en Linkedin Compartir Compartir en Digg Compartir